La storia del parco

di Gianni Aquili

La vicenda della realizzazione del parco si è svolta nei termini e nei tempi sotto indicati, ci potranno essere alcune inesattezze rispetto allo svolgersi dei fatti, dei tempi, e dei dati, ma sostanzialmente quanto sotto descritto non si discosta dalla realtà che può essere verificata dagli atti deliberativi che hanno riguardato la realizzazione dello stesso.

Con il Piano Regolatore Generale approvato dal Ministero dei LL.PP nel 1968, veniva superato il Piano di Fabbricazione  del 1949 (così veniva chiamato e secondo gli urbanisti Pompei e Bonomi era un ottimo Piano). Il PRG, come approvato dal predetto Ministero, doveva prevedere tra le altre indicazioni che fossero rispettati gli indici di edificazione fondiaria e gli standard urbanistici previsti dal D.M. del 2-4-68, ovvero la dotazione minima di mq.18 per abitante o 100 mc di costruzione di verde pubblico attrezzato, per il gioco, lo sport  i servizi.

Nel piano adottato dal comune questi parametri erano fortemente carenti. 

 

 

Quando alla fine del 1972 assunsi l'incarico di assessore ai Lavori Pubblici  e Urbanistica, mi trovai a gestire oltre 10 lottizzazioni edilizie presentate dai privati ed approvate dalla commissione edilizia che non tenevano conto di quanto prescritto.

I privati costruttori erano esentati dal pagamento degli oneri di urbanizzazione secondaria previsti per legge, come la cessione gratuita di mq. 18 ogni 100 mc. di costruzione da cedere gratis al comune per standard urbanistici come prescritto dal predetto D.M. Ai privati rimaneva soltanto di farsi carico delle strade, e degli impianti tecnologici ricadenti nelle lottizzazioni; ovvero costruzione delle strade, degli impianti acqua,gas, fognature e illuminazione pubblica.

E spesse volte era una battaglia grossa per obbligare i privati a realizzare compiutamente queste opere.

 

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